Non possiamo negare che il Sindaco Enrico Trantino si stia muovendo per fare qualcosa a Catania, mettendoci la faccia, come ormai si usa dire e come sembrerebbe d’obbligo al giorno d’oggi, come se l’attività politica debba prevedere necessariamente quella di sponsorizzare quanto fatto, quanto in itinere o in procinto di fare.
Ma per il momento, si tratta del rifacimento di alcune piazze e fontane cittadine, della chiusura al traffico di alcune zone della città sul modello di alcune città europee, ma di cui Catania sconosce i servizi e senza un vero contemperamento cittadini-amministrazione-operatori economici, della raccolta differenziata e di come si debba fare materialmente, con il sindaco che “ravana” in un sacchetto dell’immondizia e istruisca che quella bottiglia non va lì, peraltro non schiacciata per cui segue il tutorial di come si schiaccia una bottiglia (eh sì, il catanese ha bisogno di questo), e di come il rifiuto cartaceo non vada insieme ai mozziconi di sigaretta, e così via per un “indifferenziato” che entra, in termini di quantità, nel palmo di una mano.
Ed ancora la campagna Cataniaècasa, campagna costata oltre centomila euro, investibili in sei mesi di lezioni a tutti i bambini/ragazzi catanesi nelle scuole con il coinvolgimento di giovani esperti sull’argomento (università, neo laureati “in materie inerenti”, associazioni). Il calcolo è presto fatto, più o meno, con una decina di persone impiegabili per l’intera mattina a fare lezioni nelle scuole, anche un’ora a classe o a gruppi di classi ad insegnare come e perché differenziare.
La “ripresa” della Villa Bellini per i concerti estivi. Ma chi l’aveva rubata non è dato saperlo, le piattaforme a mare (che funzionano) e le spiagge libere, e poi ancora lo spazzamento straordinario della cenere vulcanica ora si e ora no, ma capiamo che la contemporaneità in tutti i quartieri è difficile senza una programmazione a monte e non in emergenza, a fatto accaduto, e così altre cose che sicuramente stiamo tralasciando, ma non volutamente, in relazione anche ai limiti della stesura dell’articolo e alla sua lunghezza.
Ma vi sono sfide più importanti che attendono il Sindaco alla ripresa della stagione autunnale: il Corso Martiri e il Vecchio San Berillo con l’obiettivo, azzardiamo, di reimpossessarsi delle aree lasciate dai privati con grande incuria e pericolo (anche sanitario) per la città.
La rimodulazione del servizio di raccolta differenziata che deve tendere ad evitare la “munnizza” innanzi a ogni “porta a porta”, anche se nei giorni e negli orari giusti, senza pregiudizi sull’abbandono di un metodo, il porta a porta, che ha fallito in città, così come hanno fatto alcune città del nord a favore dei vecchi e cari cassonetti (con tessera o senza tessera magnetica, con aree apposite in ogni quartiere) gestiti come meglio crede, e pur facendo differenziare a monte il cittadino. E il recupero dell’evasione sul tema e delle tasse in generale.
La riorganizzazione della macchina burocratica cittadina in comparti vitali quali concessioni, piano urbanistico generale, regolarizzazioni e quant’altro… (abbiamo visto documentazione di cui c’è da chiedersi, da cittadini, di strane coincidenze. Ma ci stiamo lavorando… e vedremo se sarà tema utile per altri articoli)
Insomma, ancora le grandi sfide devono addivenire, sig. Sindaco, e visto che sembra essere un uomo del fare, almeno come Sindaco, essendo stato anche assessore in altre giunte, ci auguriamo che le problematiche da “sbrogliare l’anno venturo” le facciano venire (non ce ne voglia) grandi mal di testa e la soddisfazione della risoluzione definitiva, di quel “sacco” che Catania ha subito ora da questi, ora da quelli, in barba agli interessi della cittadinanza e della città stessa intesa come comunità di persone e non solo di interessi di alcuni.